Una storia di quelle che ci càpitano

Ora qui, adesso, incollo una storia romana che ho preso sul gruppo di #salvaiciclisti, quello di facebook dove ormai siamo oltre 8.000.
Queste sono storie che non càpitano spesso ma anch’io ho vissuto, fortunatamente poche volte e sempre cavandomela anche grazie ad un cacciavite che la notte porto sullo spallaccio della borsa in un occhiello che ho fatto apposta. Devo segnalare che se uno adulto come me ritiene di dover cucire un portacacciavite per quando sta in giro di notte e difendersi da gente che esce fuori dalle macchine con gli occhi schizzati di cocaina qualcosa non vada bene.

Ora leggete. Lascio la parola ad un ciclista qualsiasi, di oggi, a Roma. Non tocco una virgola di ciò che ho trovato, refusi compresi.
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Ieri sera un uomo ha cercato di uccidermi.

Si è affiancato su via Labicana, all’altezza del Colosseo, in direzione S.Giovanni. Abbiamo iniziato una colluttazione in movimento, lui in auto, una station-wagon di qualche anno fa blu scuro, un’opel astra o una ford monde o, io sulla mia bici fissa.

Ha iniziato ad inveire perché non avevo la luce posteriore, mi sono scusato e gli ho detto che l’avev…o in borsa perché mi si era scaricata, lui ha detto che mi avrebbe fatto sequestrare il mezzo, atteggiandosi da forza dell’ordine. Gli ho chiesto di provarmi che lo fosse, lui ha iniziato a chiamarmi “pezzo di merda” “io me te inculo” “terrone di merda” e ha iniziato a cercare di buttarmi fuori strada, quando camminavo a destra, o di spingermi contro gli autobus che venivano nella direzione opposta quando lo sorpassavo a sinistra.

Questo dal colosseo fino a piazza Lodi. Su via Casilina vecchia me la sono vista brutta perché eravamo soli e lui cercava di tamponarmi da dietro, sono riuscito ad evitarlo ogni volta per un pelo. Mi correva dietro sgommando e continuava a tagliarmi la strada sbattendomi nel marciapiede gridando “Lo so dove abiti, mò ti ho squadrato, se ti ribecco per strada ti ammazzo. Vuoi vedere che ti faccio inculare da due negri? Pezzo di merda!” continuava.

Non mi andava di fermarmi per impazzire e corcarlo di mazzate, ma me ne sono pentito.

Alla fine mi sono fermato vicino al posto di blocco sulla Circonvallazione Casilina, fuori l’area pedonale del pigneto. I carabinieri, sentendo la storia, mi hanno riso in faccia.

Che dire, attenzione. Se lo beccate prendete la targa, che io non ce l’ho fatta.

Spero davvero che questo signore muoia. Davvero.