Un giorno in questura #3

Attenzione che qui si sfiora il surreale. E in realtà devo dire che la cosa inizia a divertirmi.

Dunque il lunedì mattina della settimana in corso si apre con una notizia che ha solamente il freeepress Metro: il sindaco di Roma, noto per varie vicende tra cui quella di aver aderito con un messaggio video di quasi 3 minuti alla campagna #salvaiciclisti rompe gli indugi e dichiara nettamente che “la manifestazione dei ciclisti del 28 aprile va fatta, e ci sarò anche io”. A noi interessa la prima parte del suo endorsement, non la seconda, che comunque è una libera scelta di ogni cittadino (anzi, benvenuto nell’era delle conquiste sociali, sindaco) e quindi ci fiondiamo in questura dopo un caffé e la lettura quotidiana della rete per vedere che succede.

Sottolineo che si tratta sempre della solita questura, quella di via di S.Vitale, dalle parti di via Nazionale. Ormai io e gli agenti di guardia ci conosciamo di vista. Ho sempre lo stesso palo dove parcheggio la mia cara Oliata, metto la catena, tiro fuori il documento e vado al primo piano dove c’è l’ufficio che tratta le manifestazioni.

Arriva il solito funzionario, che scopro in realtà essere un ispettore, lo stesso che ha iniziato il bailamme inventandosi la storia delle manifestazioni vietate a bordo dei mezzi, poi smentita dalle risate generali di stuoli di avvocati. Egli, nuovamente, non ha risposte per #salvaiciclisti e dunque chiama un superiore, la funzionaria di turno, una signora elegante e piccolina molto gentile ma fermissima nel non dare spazi ad alcun tipo di suggestione dialogante.

“Abbiamo visto l’articolo -dice, mostrandomi l’ormai erto incartamento che riguarda la manifestazione del 28 aprile per l’Italia ciclabile- e ci ciamo messi in contatto con il gabinetto del sindaco, il quale ci ha confermato….”
“Ah, finalmente, bene!”, interrompo io.
“… ci ha confermato che non esiste ancora nessuna autorizzazione da parte del sindaco -prosegue lei-. Ma  entro oggi va dal sindaco a chiedere cosa deve fare”.
“Quindi entro oggi la cosa si risolve. E vabbe’, aspettiamo ancora qualche altra ora”.
“La richiamo subito, appena abbiamo la conferma”; conclude.

Qualche ora dopo, il pomeriggio, chiamo la questura chiedendo lumi. C’è un altro funzionario di turno, il quale con il consueto sgarbo mi tacita dicendo che non devo essere impaziente (grazie papa’ per la lezione) e che ancora non hanno ricevuto niente, quando sarà mi chiameranno, ora basta che abbiamo altre cose da fare e non possiamo stare dietro a lei per questa cosa.

Mh. Vabbe’, m’accollo anche questo funzionario, tanto ormai tra i rischi quotidiani in strada, le moine e le blandizie della politica, i flash mob, le azioncine quotidiane come quella di un’ora dopo il terzo ingresso in questura (lo striscione in regione) una certa pazienza ho dovuto crearmela, anche se fittizia. Posticcia direi.
Direi anzi che tra un po’ la pazienza la perdo e comincio filmare di nascosto i miei dialoghi tra questura e comune. Faccio un bel video e vi rendo partecipi delle pèeripezie che stiamo affrontando per una manifestazione oserei dire a questo punto sacra.

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