Mi viene un sospetto

Credo che il 28 aprile vedremo qualcosa di incredibile.

Magari è solo la mia fantasia, aiutata dal primo caldo e dall’ora legale che allunga le giornate, dalla luce sempre più intensa: ma credo davvero che ai Fori Imperiali il 28/4 (mi ripeto questa data come un mantra) saremo in tantissimi per cambiare il modo di stare in strada di tutti.

#Salvaiciclisti sembra essere diventato una specie di parente collettivo, chiunque io conosca ne ha sentito parlare anche se non fa parte del “giro delle biciclette”, persone di ogni età sono a conoscenza di questa campagna di civiltà. Non passa giorno che da qualche parte d’Italia non mi arrivino notizie di realtà locali che stanno organizzando la trasferta romana, una sabbia al momento invisibile che ha altissime possibilità di depositarsi lievemente ma decisamente sul selciato della via centrale più ampia e malpercorsa della capitale di questo disperato e disperante paese.

Intanto, ieri a Roma i Ciclonauti hanno svolto la seconda delle loro annuali aste di biciclette riciclate. Piazza Madonna de’ Monti era piena come non ho mai visto. Ogni cosa sembrava essere perfetta: chi aveva organizzato il contest di pane fatto in casa, chi raccoglieva firme per questa o quella battaglia, chi aggiustava bici, chi le guardava e valutava, chi faceva girare il frullatore a pedali per fare frullati di frutta o verdura, bambini ovunque, bici ovunque, lo striscione di #salvaiciclisti fotografato da passanti e residenti. Il rione Monti sembrava essere diventato per un giorno il centro dell’attivismo, inteso in senso proprio, ciclistico del paese. L’interesse per la manifestazione, di cui abbiamo parlato ad una folla incredibilmente attenta, era altissimo. La compostezza decisa con cui hanno applaudito le proposte di #sic, come ormai lo abbreviamo un po’ tutti sul web, mi ha addirittura fatto pensare che non eravamo più nel paese del bunga bunga. Forse non ci siamo mai stati, forse solo una minoranza aggressiva ce lo ha sbattuto in faccia facendoci credere di essere maggioranza.

Qualcosa deve essere scattato nella testa di tutti. Serietà, consapevolezza. Necessità di equilibrio e armonia per quanto possibili. La sensazione di essere ormai adulti e in grado di cambiare le cose che non vanno. La scomparsa della paura di vincere.

Magari mi sbaglio. Forse mi illudo. Può darsi che sogni. Però; però.

Le inevitabili anime perdute che criticano aspramente questa campagna (badate bene: non nella Fiat o in  qualche anfratto sperduto di lobbismi assenti da scrupoli, ma all’interno del cicloattivismo, roba da lasciare sbalorditi gli “estranei” ma, vi assicuro, da sempre presente nei movimenti, che appunto non si sviluppano quasi mai) stavolta sono ridotte a pochissime unità isolate e scollegate. Qualche anno fa sarebbero state un paio di decine, come durante il boicottaggio del Bicycle Film Festival del 2007. Lo trovo un ulteriore segno di maturità dei tempi, e della necessità per un’intera società di cambiare strada e cambiare la strada.

Il 28 aprile alle 15 tutti ai Fori Imperiali, e da tutta Italia.

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