Chi non vuole #salvaiciclisti?

Nell’ambiente si dice “cane non mangia cane”: ovvero chi scrive su un giornale di solito non viene attaccato da un altro che scrive su una testata diversa.
Ma qui siamo su un blog e facciamo quel che crediamo di fare, visto che editori che ti si aggrappino al collo non ce n’è.
E allora andiamo a guardare (gratis, mi raccomando: al bar di fiducia) la pagina 29 del “Corriere della Sera” di oggi 14 aprile 2012. La paginona, iniziativa annunciata in discreta sonorità su Twitter dal direttore del  Corsera, Ferruccio De Bortoli (@DeBortoliF, per cinguettargli opinioni) , ha il seguente titolo: “La campagna a favore dei ciclisti che irrita automobilisti e pedoni”. Catenaccio (sottotitolo) “I tweet contro chi pedala: ‘arroganti, giù dai marciapiedi’”.

Bene, se volete leggete l’articolo, che fortunatamente è solo sul cartaceo e non lascerà traccia a partire dall’aperitivo di stasera. Potete immaginare che una botta qui e una lì, si snoda attraverso il fil rouge ben indicato da titolo e catenaccio.

Veniamo quindi a sapere dal massimo quotidiano italiano (dopo la Gazzetta dello Sport, sempre Rcs, e guardacaso il foglio che prima ha annunciato con squilli di tromba l’appoggio a #salvaiciclisti salvo poi scordarsene e, ciliegina, sbattere fuori a calci in culo Paolo Pinzuti a cui la Gazza aveva affidato un blog e poi l’ha chiuso bruscamente per opinioni non lusinghiere del Pinz nei confronti del direttore di Rcs Sport: alla faccia della libertà di opinione e critica), veniamo a sapere dicevo che il ciclista è un pericolo per pedoni e un fastidio per automobilisti. Mumble mumble… e per chi altri?, comincio a pensare.
Andiamo a vedere le quote della proprietà del Corsera. Ed eccole qui: “Al 10 febbraio 2010, l’azionariato di RCS MediaGroup S.p.A., aggiornato secondo le comunicazioni pervenute alla Consob, è così composto:

Mediobanca S.p.A. – 14,209%
Giovanni Agnelli & C. S.A.p.A., tramite Fiat – 10,497%
Pirelli & C S.p.A rappresentata da Marco Tronchetti Provera – 5,166%
Gruppo Benetton – 5,100%; tramite Edizione S.r.l.
Intesa Sanpaolo – 5,065%”;

e tanti altri, ma mi fermo qui segnalando solo che si tratta sempre della stessa solfa.  Li potete trovare sul web.

Non penso male, per carità. Ma forse chi propone un cambiamento modale profondo in un paese di macchine, nello stesso paese dove i consumi di benza sono al -10% quest’anno sullo scorso anno e gli acquisti di automobili al -37% a marzo 2012 rispetto al marzo precedente magari non può aspettarsi di trovare alleati nelle piccole ditte famigliari sopra indicate. Né di essere visto con simpatia. Peccato però che ieri De Bortoli twittava allegramente #salvaiciclisti, una iniziativa da sostenere, mandateci le vostre osservazioni e proposte. Grazie.” Se quell’articolo è un sostegno, mi sa che hanno sbagliato punto dove appoggiarcelo….

Pazienza, vinceremo ugualmente questa battaglia di civiltà. Tutti a Roma il 28 aprile, dalle 15 ai Fori Imperiali “L’Italia cambia strada”, con buona pace delle vecchie e malridotte aziende incapaci di riconvertirsi.

6 pensieri su “Chi non vuole #salvaiciclisti?

  1. Effettivamente gatta ci cova..!

    Vorrei però dire che, perlomeno a Milano (e posso anche capire il perché!) vedo quotidianamente i ciclisti contendere ai pedoni i marciapiedi. Già contesi dalle macchine parcheggiate con un’arroganza senza limiti.
    Posso quindi comprendere il fastidio ed anche lo spavento dell’anziano o della mamma con bimbo al seguito nel vedersi piombare addosso quello che, in effetti, è un veicolo e dovrebbe correre sulla strada, non sul marciapiede. Cosa che, malgrado il famigerato pavet mediolanese, tendo ad evitare accuratamente proprio per non rischiare di metter sotto qualche passante distratto.

  2. Effettivamente gatta ci cova..!

    Vorrei però dire che, perlomeno a Milano (e posso anche capire il perché!) vedo quotidianamente i ciclisti contendere ai pedoni i marciapiedi. Già contesi dalle macchine parcheggiate con un’arroganza senza limiti.
    Posso quindi comprendere il fastidio ed anche lo spavento dell’anziano o della mamma con bimbo al seguito nel vedersi piombare addosso quello che, in effetti, è un veicolo e dovrebbe correre sulla strada, non sul marciapiede. Cosa che, malgrado il famigerato pavet mediolanese, tendo ad evitare accuratamente proprio per non rischiare di metter sotto qualche passante distratto.

  3. vero. il punto però è che non facciamo male a nessuno, al massimo diamo fastidio. per strada invece ci ammazzano. la vita spezzata di giacomo scalmani dovrebber ricordarlo a quei cialtroni interessati. invece l’hanno dimenticato. ha avuto solo 12 anni di vita. 

  4. vero. il punto però è che non facciamo male a nessuno, al massimo diamo fastidio. per strada invece ci ammazzano. la vita spezzata di giacomo scalmani dovrebber ricordarlo a quei cialtroni interessati. invece l’hanno dimenticato. ha avuto solo 12 anni di vita. 

  5. Basta poi vedere chi sono i principali inserzionisti pubblicitari (contano quanto gli azionisti) per capire il direttore del corrierone. Ma preferisco di molto questo atteggiamento coerente rispetto all’ipocrisia di altri giornali che negli articoli straparlano di riconversione (per lo più come fenomeno di costume) e sono stracolmi di messaggi pubblicitari di automobili e beni di lusso. I quotidiani italiani top seller mi ripugnano, per come riempiono i giornali e le homepage dei siti web. Evidentemente valutano la capacità critica del lettore medio pari a quella di un bambino di 7-8 anni. Silvio docet. 

  6. Basta poi vedere chi sono i principali inserzionisti pubblicitari (contano quanto gli azionisti) per capire il direttore del corrierone. Ma preferisco di molto questo atteggiamento coerente rispetto all’ipocrisia di altri giornali che negli articoli straparlano di riconversione (per lo più come fenomeno di costume) e sono stracolmi di messaggi pubblicitari di automobili e beni di lusso. I quotidiani italiani top seller mi ripugnano, per come riempiono i giornali e le homepage dei siti web. Evidentemente valutano la capacità critica del lettore medio pari a quella di un bambino di 7-8 anni. Silvio docet. 

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