Mai più altri 20 anni di Critical Mass

Ho subito adorato la Critical mass, 10 anni fa a Roma. Ha insegnato molto a tanti -non a tutti-.
Oggi a San Francisco migliaia di persone festeggeranno i suoi 20 anni. Lo faranno con una grande Cm, con gente venuta da tutto questo piccolo pianeta periferico. Tra queste persone ci sono anche miei amici, gente cara. Tra le migliori che abbia mai conosciuto.

Stanno affrontando, come al solito, i problemini che lo sbirrame dà a chi vuole mostrare un modo diverso di stare al mondo, visto che come al solito il mondo umano è piramidale, verticistico, e di solito in cima alla piramide ci sono quelli che hanno i soldi, la forza militare eccetera. Qualche giorno fa 17 attivisti volevano attraversare in bici  il Bay Bridge (il ponte rosso che sicuramente avrete visto in qualche film) tornando dal pic-nic su un’isola, e hanno dovuto soprassedere per non farsi arrestare. Detto per inciso, la Cm è nata anche per rivendicare il diritto ad attraversare quel ponte, 20 anni fa (il 25 settembre 1992). Non solo per quello, ma anche per quello.
Oggi leggo sul sito della Cm locale che la newsletter della SF Bike Coalition (un’associazione, non un movimento, un po’ come è qui da noi la Federazione italiana amici della bicicletta, Fiab) non ha scritto una riga su questo anniversario. L’anniversario di un movimento che io -sbaglierò- trovo fondamentale. Assolutamente necessario. Ma poco importa se i pesci piccoli rosicano, l’importante è lo sfondo.
E lo sfondo, per me, è questo: Cm ci ha insegnato  a guardare nuovamente alle cose semplici: in questo caso, a vedere che schifo abbiamo fatto delle nostre città e come possiamo fare per farle tornare ad essere luoghi vivibili davvero.
Non c’è un “ma” a questo: Cm è una pratica e soprattuto un’attitudine, e non ha né leader formali né un colore politico (anche se generalmente raggruppa progressisti, gente che vuole cambiare le cose).
Cm è, secondo me, l’unico organismo vivente il cui scopo vitale è scomparire. Si manifesta per rivendicare un uso delle strade diverso da quello attuale nei paesi motorizzati. Mostra cosa può essere una strada/una città senza mezzi a motore, ingombranti, pesanti, violenti nel loro passare.
Il suo intento -se vogliamo la sua missione- è convincere tutti che si può vivere la città spostandosi con la bici (più tutti gli altri corollari che quel mezzo magico detto bicicletta porta e fa riscoprire) .
Per dire, non esistono Critical mass in Olanda e in Danimarca. Non ce n’è bisogno. Lì sono già radicati quei modi di spostarsi che i cicloattivisti sono costretti a mostrare con Cm e con altre azioni.

Cm ci ha insegnato molto, lo ha fatto per tutti, non dà ordini, lascia liberi tutti, mostra un modo, si fa prendere e lasciare, non è gelosa, non possiede o si fa possedere, è di tutti e di nessuno. E’ una mostra itinerante del possibile evidente, di un modo che può essere: per dirla con le parole del suo più accreditato divulgatore, Chris Carlsson, una “nowtopia”, un’utopia adesso, ora, immediata: basta praticarla. E proprio per questo è destinata, ed è questo il mio augurio più innamorato, a scomparire.

Il suo destino è necessariamente questo.

Per cui, amatissima Cm, ti bacio forte e ti auguro di non dover essere più necessaria. E’ un augurio per tutti noi contemporanei, e soprattutto per chi viene dopo di noi.

Post scriptum: tutto quanto sta accadendo a SF lo trovate riportato su http://www.sfcriticalmass.org/

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