Ve la dico così come la so: il comune di Roma ha convinto il ministero dell’Ambiente a sborsare 650.000 euro per 90 biciclette elettrizzate e disponibili solo nei parchi di villa Borghese e villa Ada. Pare, dal sito del vostro sindaco attuale, si tratti di 60 bici nella prima villa e di 30 nella seconda. Questi mezzi, acquistati dalla comunità attraverso le decisioni del ministero, costeranno agli incauti che le usano 2,50 euro per due ore, e se si sfora 10 euro di penale.
Ma bisogna dire che la sfrontatezza del sito del sindaco di Roma è molto più onesta, ancorché ruspante (non credo che si accorga dell’enormità di quanto fatto, un vero furto alla collettività per una fesseria di proporzioni epiche) rispetto all’annuncio del ministero dell’Ambiente, che con maggiore signorilità glissa sull’immensa cifra spesa.
E, curiosamente, tale spropositata cifra, utilizzata per far girare nei due parchi romani 90 persone -si suppone non in grado di pedalare senza l’aiutino- ogni due ore alla modica cifra di 2,50 euro non è citata nell’annuncio di questo “servizio” dal sito istituzionale del comune di Roma.
Lascio a chi legge trarre le conclusioni del caso. Mi limito a osservare che con 650.000 euro il ministero dell’Ambiente (lo stesso dicastero che si sta opponendo con furia quasi sacra a risanamenti forse necessari, come l’Ilva di Taranto, o non proferisce verbo sull’obsolescenza storica della linea Tav Torino-Lione, per non dire della sponsorizzazione data a una manifestazione sia fallimentare sia oscena svoltasi a Torino il 5 e 6 ottobre, a favore dell’automobile, e vi prego di seguire il link) avrebbe potuto iniziare miriadi di progetti molto più utili alla cittadinanza della Roma di oggi che vuole diventare la Roma di domani.
Nel mio piccolo ricordo che con 650.000 euro si possono comprare 1.000 biciclette di buon livello, 2.000 di medio livello e oltre 10.000 assemblate dalle ciclofficine romane, se fossero state consultate e coinvolte in un generale riassetto del traffico cittadino. E osservo invece che per ognuna di queste bici (forse presto preda dei ladri, come è avvenuto per quelle del bike sharing, fallito) sono stati spesi oltre 7.000 euro.
La domanda è, come al solito, come sempre e come non deve mai più avvenire: chi ci ha guadagnato?
Noi, sicuramente, no. Ma qualcuno, sicuramente, sì. Chi?
Ps: un paio di giorni dopo aver scritto ciò, ottengo grazie alle mie buone relazioni la spiegazione ufficiale del ministero dell’Ambiente, che qui giro:
” Il programma “Libertà in movimento” – nell’ambito del quale è stato attuato il bike sharing sperimentale dei prototipi di bici realizzate con la tecnologia innovativa presentata in occasione del vertice Onu di Copenaghen – si inserisce nei progetti di promozione della mobilità sostenibile che il Ministero dell’Ambiente ha avviato con 14 aree metropolitane del nostro paese.
quindi alcune osservazioni andrebbero fatte:
– le bici costano 3.500 euro l’una, il resto va in servizi il cui costo dovrebbe essere enormemente inferiore ai circa 3.600 euro/unità ;
– le bici acquistate sono 100, 90 sono nei due parchi. Dove sono le altre 10?