La Sensata

La Sensata prende il nome da un amico che di cognome fa Sensi.


Fabio mi ha regalato tempo fa un bellissima sella Brooks verde con il telaio ramato, un cromatismo molto bello e che finora non avevo frequentato. L’ha presa in Inghilterra, dove vive. Quando l’ho ricevuta ho pensato: “ora le costruisco una bici sotto”. Ed eccola qui.
Insieme alla sella mi ha portato 10 coppie di forcellini posteriori da pista, fatti fare sempre in Inghilterra nell’università dove lavora; l’ateneo ha un laboratorio di meccanica con strumenti di precisione e una macchina a controllo numerico. Da quella macchina sono usciti i forcellini, con la forma di una lupa affamata (“allupata” dunque); i forcellini da pista, più che “a coda di rondine” come si dice, sono sempre sembrati degli animali con la bocca avida: nel mio caso, avida di strada, di passione per la bici come utensile definitivo per percorrerla (sì, anche adesso che ancora è piena di macchine e altre schifezze, ma presto  questo tratto di tempo finirà per loro) e di quell’indefinibile voglia che ho di avere le mani che odorano d’acciaio. I cerchi sono un regalo di Ma Vie.
Come si vede, il telaio è un bitubo con il piantone sdoppiato, per far entrare la ruota; un po’ pornografia ciclistica, un po’ tecnica: con questo escamotage si ottiene un carro posteriore cortissimo (questo è 37 cm) e una maggiore reattività/nervosismo del mezzo.
Le tubazioni sono un misto di Columbus e Tange, di elevata qualità.
La copertura è pittura a olio, i colori come al solito fatti da me: viola profondo con sfumature più chiare e schizzi di rosso acceso.
Rapporto attuale 46-16; guarnitura, movimento centrale e mozzi Sturmey&Archer.

Con questa bici mi immagino alla Tweed Run del 10 marzo prossimo a Roma.

 

 

4 pensieri su “La Sensata

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