“MuovitiRoma”, l’8 febbraio appuntamento con il futuro

Quanto vi descriverò riguarda un appuntamento fondamentale, forse il più importante che abbia incontrato in questo mio decennio di attivismo per la riabilitazione della bicicletta come modo migliore di muoversi in città, persino in questa Roma dolente e sfiancata e comunque assassina.
“L’8 febbraio, a Garbatella alle 16, è in programma un convegno dedicato alla mobilità urbana”. Detta così sembra l’ennesima trappola di amministrazioni impotenti, sponsorizzata magari da Honda, Volkswagen o Fiat varie per spacciare le loro produzioni “green”, anche elettriche.

Per quanto vi possa sembrare incredibile, in questo caso non è così. L’8 febbraio, in questa città sotto choc e rintronata, è stato organizzato “MuovitiRoma”, un convegno promosso da una cittadinanza attiva e informata. Un convegno nato dopo mesi, anzi un anno, in realtà oltre dieci anni, di lento insorgere di un’esigenza popolare: cambiare modello di mobilità, perché quello nato negli anni ’60 non solo è inefficace e diseconomico ma è anche mortale e ha devastato una città fino a poco tempo fa  se non proprio perfetta quanto meno meravigliosa, da cantare. E infatti è stata cantata per millenni. Ora invece impera la bestemmia.
“MuovitiRoma” è un’iniziativa del centro sociale La Strada, al cui interno c’è una ciclofficina -una delle tante che sono fiorite in questi anni in questo paese-, insieme alla campagna/movimento Salvaiciclisti, atterrata in Italia come un’astronave esattamente un anno fa, l’8 febbraio 2012: noi alieni abbiamo sbattuto sul tavolo pubblico l’argomento “ciclabilità vera in Italia”, e questo in pieno inverno -con la neve pure a Roma, peraltro-. Oggi, per la prima volta, un centro sociale si fa carico di un argomento che più collettivo non si può: la mobilità di tutti. Non era mai successo. [ma sta per risuccedere: che io sappia a metà marzo si organizza un’iniziativa sulla mobilità al Corto Circuito, al Tuscolano]

Attenzione: non sarà un convegno solo sulla ciclabilità, ma sulla mobilità nuova per intero, quella che in altri paesi meno scemi del nostro è già una realtà da anni e che porta non solo benessere economico (mancate spese e un nuovo sistema di fare buona economia attraverso investimenti utili per la collettività) ma anche una vita migliore per tutti, grazie alla riduzione potente del traffico veicolare privato a motore. L’8 febbraio si parlerà anche di bici, ma essenzialmente in interazione con i mezzi pubblici; si parlerà forse di più dei mezzi pubblici: di come siano finora stati una truffa e una mammella da cui succhiare soldi, e di come potrebbero essere efficaci in un futuro che tutti speriamo il più possibile prossimo.
Si parlerà di come potrebbero, e possono, essere le stesse strade che conoscete tutti oggi e che neanche vedete più, per come le abbiamo ridotte e ingombrate. Di come potranno tornare a essere vivibili. Di come questa città dovrà tornare ad essere quella meraviglia che è anche se oggi sepolta sotto decenni di occupazione veicolare e di insipienza amministrativa.
Si parlerà, sì, anche di lavoro: interverrà un delegato Fiom a parlare di riconversione industriale italiana. Un tecnico del comitato No Tav verrà a parlare del perché va detto no al treno ad alta velocità tra Torino e Lione, e in prospettiva va sempre detto no alle Grandi Cazzate.

Interverranno esperti veri, come Matteo Dondè (autore del piano ciclabilità di Reggio Emilia, e chi non c’è stato è pregato di andarci per due giorni almeno); Alfredo Drufuca, forse il miglior ingegnere della mobilità che abbiamo oggi in Italia. Ci saranno esperti-attivisti, come Alberto Fiorillo, che nella sua vita palese è responsabile Aree urbane di Legambiente; un delegato Atac; la mobility manager di Roma 3; l’autore di uno studio sulla mobilità ciclistica, ancora non pubblicata, per conto dell’Agenzia mobilità (sospetto che questa stia boicottando lo studio, ma in realtà non lo so, è solo un mio sospetto); ci saranno svariati candidati alle amministrative, ci è stato detto; infine, mi ci sono infilato pure io, per dire delle cose che devo dire. L’appuntamento è qui, e se non avete facebook potete trovare tutte le informazioni qui e qui.

Però trovo importante, e ne sono anche orgoglioso, citare qui il testo della convocazione: Abbiamo deciso di convocare questa giornata per ragionare sulla mobilità in Italia e a Roma e offrire soluzioni alle sue storture. Per mostrare i legami che esistono tra l’ormai necessaria demotorizzazione delle città e un servizio di trasporto pubblico accessibile ed efficiente, la salute, il diritto al lavoro, il ruolo dell’università, l’economia locale, la produzione industriale e i conti in rosso dei nostri Comuni. E per rilanciare la necessità di riconoscere la centralità del tema mobilità nelle politiche dei nostri territori.
muovitiroma è un convegno che nasce da un’esigenza collettiva: abbandonare l’attuale modello di mobilità per riprogettare le nostre città rimettendo al centro le persone e l’ambiente.
Costruito da chi, spinto solo da un interesse generale, da anni porta avanti campagne culturali, sociali e politiche di trasformazione delle nostre città e di difesa del servizio pubblico.
Interverranno tecnici ed esperti, lavoratori in lotta ed esponenti di movimenti sociali e politici di difesa dei territori.

Ora, di mio, vorrei far notare qualcosa in ordine sparso.
– Nello stesso giorno, la mattina dell’8 febbraio, è in programma un esempio del vecchio modo di truffarci con le perline della mobilità sostenibile, a cura degli stessi che hanno favorito e fomentato l’attuale disastro;
– sempre lo stesso giorno Roma sarà teatro di un imponente sciopero dei mezzi pubblici, 24 ore di panico, a dimostrazione dello stato di enorme disagio creato nelle municipalizzate da parte di chi ne succhia il sangue (le attuali amministrazioni, che dovremo rifondare al più presto); magari ce ne parlerà il delegato Atac.
– Tutto ciò si verifica in una strana congiunzione astrale: un anno fa nasceva Salvaiciclisti, 4 mesi fa abbiamo dato vita al Libro rosso della mobilità nuova in cui prospettiamo soluzioni al disastro, e da qualche giorno è scoppiato uno scandalo enorme di mazzette poderose sul trasporto pubblico locale, che promette di svelare porcate ancora più grosse (peraltro prevedibili, lo scrivevo il 3 febbraio 2012 qui).

Direi proprio che sia il caso di iniziare finalmente a cambiare la mobilità romana. E se cambia a Roma, cambia in Italia. Damose na svejata tutti.

Ci vediamo all’Urban center di via Niccolò Odero alle 16 di venerdì 8 febbraio. A due passi dal Palladium e a uno dal Csoa La Strada.

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