Bologna 2014, la Carta del nuovo ciclismo urbano

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foto di Antonella Ruberto)

Chi mi segue sa quanto, in questi due anni dalla nascita di #salvaiciclisti, sia aumentata l’attenzione per le tematiche della mobilità nuova con la bici come asse e protagonista dell’unica rivoluzione italiana che abbia senso, e quanto la comunità dei ciclisti organizzati si sia data da fare per aumentare, costantemente, l’attenzione su questo tema, pur senza perdere l’allegria e la voglia di divertirsi.

Un esempio è stata la festa per il secondo compleanno del movimento/campagna che ha smosso le limacciose e dormienti acque dell’opinione pubblica italiana.
Salvaicicilisti Bologna, con uno sforzo organizzativo enorme, ha convocato tutti a Bici Senza Frontiere, in una piazza Maggiore per una volta tutta per noi. Giornata divertentissima come nostro stile, che però era il prologo dell’indomani, in cui il succo della due giorni si faceva più serio (per quanto a noi possibile) e denso.

Si doveva parlare della nascita di un nuovo soggetto proveniente da #salvaiciclisti, che resta movimento/campagna fluido e libero, non strutturato o organizzato, per avere un utensile in più nella nostra lotta per la ciclabilità.

Perché il grigiore delle cose italiane ha questa proprietà: se non sei strutturato non hai accesso all’ascolto delle amministrazioni. Naturalmente non vogliamo essere solo ascoltati ma direttamente seguiti nel percorso che, davanti all’inerzia italiana, stiamo costruendo letteralmente a mano. Insomma, se non sei un’associazione non vai a trattare con le amministrazioni locali, tutto qui.
Quindi domenica 9 febbraio, nel corso di una partecipata assemblea pubblica, abbiamo dato il via al percorso che porterà alla nascita del nuovo soggetto, con il massimo delle caratteristiche che contraddistinguono #salvaiciclisti (spontaneità, fantasia, divertimento e nessun timore di protestare anche a brutto muso o con forme inconsuete le nostre idee in merito alla palude della mobilità italiana, il tutto un po’ più strutturato in federazioni tra realtà #sic locali e un hub centrale a Roma non di vertice ma di servizio).

Nei prossimi giorni i firmatari della Carta di Bologna, tra cui me, si impegneranno a mettere in forma le suggestioni e le idee scaturite ieri dai partecipanti all’assemblea, provenienti da diverse zone dello stivale. II prossimo appuntamento, quello fondativo, quindi a Roma il 28 aprile. 

Ps: nell’occasione mi ha fatto piacere salutare tutti i compagni di strada di questi ultimi anni, in previsione del mio viaggio intorno al mondo con bici autocostruita.

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