Anche oggi Autostrada #AppiaAntica. Qualcuno può fare qualcosa? Tipo far rispettare l'ordinanza del 1997? pic.twitter.com/7qnDVkDDFp
— Parco Appia Antica (@parcoappia) November 22, 2015
Questa piacevolezza sopra espressa in un tweet del meritorio ente Parco Appia Antica oggi 22 novembre 2015, domenica, riassume bene che tipo di bestie umane occupino Roma. E che tipo di passato non voglia assolutamente scomparire, replicandosi all’infinito.
I più sagaci tra i contemporanei faranno spallucce: “era previsto, ti pare”, “purtroppo [segue banalità purtroppista a scelta]”, altre espressioni di chi sa come va il mondo.
E invece non ne sa un piffero, perché intriso d’ignoranza dello stesso mondo. Nell’altrove, -e a questo punto in un altro segmento temporale: il presente che da noi si rifiuta di apparire- le politiche urbane hanno virato da decenni, e decisamente, verso lo sfavore all’automobile privata. Men che meno lungo luoghi di pregio perché antichi, di cui la nostra povera Regina Viarum è un esempio così lampante che solo noi devastati italiani non riusciamo a vederlo.
Non è il solo esempio che ci chiarisca quanto si è detto altrove, ovvero che a Roma non solo non si riesce ad agganciare il presente, ma addirittura sia in atto una specie di restaurazione del peggio. due esempi, solo di oggi:
-piazza Navona nuovamente in mano ai Tredicine
-scompare dall’orizzonte il piano per 21 ciclabili leggere (le cosiddette bike lanes tanto amate dal fu assessore Esposito, solo per lui bike lines) previste dall’assassinata giunta Marino.
A voi capire che la reazione è d’obbligo. Sogno un intervento di decoro urbano anche sull’Appia Antica.