Le dimensioni contano?

Vivo e mi sposto nella più grande città italiana, che ha un’area di poco meno di 1.300 km quadri e un diametro medio approssimativo di 25 km. Milano, per dire, insiste su un’area di poco meno di 200 kmq e un diametro medio intorno ai 10 km. Quindi capisco da dove nasca l’equivoco di molti romani quando dicono che non possono usare la bici per spostarsi perché “Roma è grande”. Questo è un ennesimo mito da sfatare come quello dei famosi sette colli, l’altro mantra giaculato ad ogni discussione reale o virtuale (e se poi chiedete ai romani di enumerare quali siano, ‘sti benedetti sette colli, si fermano tra tre e cinque, ma vabbe’). Negli ultimi anni mi ero dato la pena di illustrare con poche cifre l’inconsistenza dell’ostacolo dimensionale, sciorinando statistiche e calcoli: “anche lasciando da parte il diametro -dicevo in quei casi- è statistica costante che lo spostamento medio sia in oltre la metà dei casi entro gli 8 km; e se proprio vuoi andare da un capo all’altro della città, a 20 km all’ora ci metti poco più di un’ora”, e blablabla.

Poi, nel 2014, mi è capitato di andare in giro per il mondo con la bici e sono passato anche da Pechino. Lì ho capito molto chiaramente cosa si intende per città grande. Provo a illustrarlo: l’area di Pechino è di 16.808 kmq, oltre dieci volte Roma. Pechino potrebbe ricoprire quasi per intero il Lazio, oppure più della metà del Belgio (oltre 30.000 kmq), ben più del Montenegro eccetera. Nella settimana che ho passato a Pechino non riuscivo mai a fare meno di 30 km per le mete più vicine all’ostello di Tienanmen dove avevo fatto la cuccia (la stessa piazza occupa un’area di 44 ettari, una dimensione non riscontrabile in nessuna parte d’Europa); normalmente ogni giorno percorrevo intorno ai 70-100 km e questo solo per visitare mete interessanti intorno al centro città.

Avevo bisogno di un obiettivo grandangolare spinto per fotografarla: non avendolo, decido di comprarlo. Da una ricerca in rete vedo che il negozio di fotografia più gettonato era a solo cinque fermate di metropolitana da Tienanmen: 25 km in bici, altrettanti al ritorno e senza obiettivo perché non accettavano carte di credito. Poi ho trovato un grandangolo 10-18 sotto casa (6 km). Le strade sono così larghe che in alcuni casi non riuscivo per qualche istante a capirne il verso.

Ancora oggi sono moltissime le persone che a Pechino si spostano in bici, parecchie sono elettrificate ma i pedali sono ancora una bella maggioranza. A Shanghai già si sta più comodi, solo 6.340 kmq; Tokio (piena di bici) sembra un paesello, poco meno di 2.200 kmq; prima di Pechino ero stato a Ulan Bator, 4.704 kmq. La stessa Mosca, che mi era sembrata grandicella, supera di poco i 2.500 kmq.

Per cui, quando pensate a Roma (o Milano, Torino, Napoli, Palermo) come “troppo grandi per la bici”, fatevi un piacere: rispettate un po’ di più la vostra intelligenza. E viaggiate di più.

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