Manifestazione contro il fascismo stradale

Valentina, non più madre. Foto dal Corriere della Sera, edizione romana

Cos’è il fascismo? E’ prevaricazione del forte sul debole. E’ violenza e dittatura. E’ la negazione della convivenza pacifica, affermazione di un migliorismo che necessariamente coinvolge il maschio alfa al potere, è la più bieca manifestazione di potere, è autorità che nega l’autorevolezza.

In strada c’è il fascismo dei mezzi di spostamento. E’ già maggioritario, non ha bisogno di elezioni né di referendum né di appelli popolari o raccolta firme. E’ già lì e lo vedete tutti i giorni che questa specie a cui appartengo spreca in inutili esercizi di prevaricazione, invece di avere la massima cura del breve tratto di coscienza genericamente definito vita.

Il fascismo delle strade italiane va eradicato, tanto quanto il fascismo cosiddetto politico. 

Per questo #salvaiciclisti convocherà nei prossimi giorni una manifestazione nazionale, che speriamo grande, a Roma, a Fori Imperiali, ad aprile, come quella che organizzammo nel 2012. Forse il 28 aprile, forse un altro giorno. Stiamo decidendo in queste ore, quelle aspre e a cui non riusciamo mai ad abituarci dopo l’ennesima morte di una persona che del suo spostarsi faceva gentilezza e innocuità, tuttavia facendolo. Non è solo per Valentina, né solo per Alice, Eva, Gianfilippo, Giuseppina e tutti gli altri tranciati per strada dal fascismo degli automezzi: è anche per quelli che oggi ci sono, ma soprattutto per quelli che saranno domani, a cui io personalmente chiedo scusa per aver partecipato a una generazione che ha inventato il fascismo stradale.

Seguiteci e preparatevi a intervenire. 

Ps: questo post parla del fascismo come dato antropologico, non come dato politico (al fascismo, evdenzio, nego ogni dignità di politica). Alcuni hanno polemizzato, dimostrandomi varie cose tra cui una mancanza di comprensione di cosa intenda, quindi probabilmente non mi sono spiegato bene e, con altrettanta probabilità, decenni di laissez faire hanno riammesso quella categoria antropologica nel consesso della cosiddetta civiltà. Raccolgo un altro po’ di input e poi scriverò un post sulle reazioni nate dal mio intervento.

40 pensieri su “Manifestazione contro il fascismo stradale

  1. Sia ben chiaro, il Ducie amava la bici e Pavolini scrisse Giro d’Italia, forse il primo romanzo sportivo italiano. Rotafixa è uno dei tanti modi del Fassismo di mascherare se stesso, la sua ansia reazionaria e antimodernista. Via dei Fori imperiali è una location ambigua. Ti abbiamo scoperta mascherina

  2. Sia ben chiaro, il Ducie amava la bici e Pavolini scrisse Giro d’Italia, forse il primo romanzo sportivo italiano. Rotafixa è uno dei tanti modi del Fassismo di mascherare se stesso, la sua ansia reazionaria e antimodernista. Via dei Fori imperiali è una location ambigua. Ti abbiamo scoperta mascherina

  3. grazie per aver condiviso le tue opinioni, ma accostare la parola “fascismo” e “stradale” indebolisce le ragioni dei ciclisti, buttandola in cagnara e facendo proprio il gioco di chi non rispetta i ciclisti.

    capisco che l’articolo ti sembrerà una dragata, ma quello che importa è solo la tragedia che colpisce l’ennesima famiglia e che la gente guida senza alcuna responsabilità né riguardo.

    il fascismo, politico o antropologico che sia, non c’entra nulla, e ridonda nelle tue parole e nelle risposte a chi ha commentato.

    polemizzare e dare del fascista [dimmerda] a chi commenta discredita te in primis, e danneggia la credibilità della comunità di ciclisti

  4. grazie per aver condiviso le tue opinioni, ma accostare la parola “fascismo” e “stradale” indebolisce le ragioni dei ciclisti, buttandola in cagnara e facendo proprio il gioco di chi non rispetta i ciclisti.

    capisco che l’articolo ti sembrerà una dragata, ma quello che importa è solo la tragedia che colpisce l’ennesima famiglia e che la gente guida senza alcuna responsabilità né riguardo.

    il fascismo, politico o antropologico che sia, non c’entra nulla, e ridonda nelle tue parole e nelle risposte a chi ha commentato.

    polemizzare e dare del fascista [dimmerda] a chi commenta discredita te in primis, e danneggia la credibilità della comunità di ciclisti

    • Io sono contro il fascismo delle mosche in estate. Come si permettono di venire a pungermi la faccia senza chiedere il permesso? Irrispettose mosche.

    • Io sono contro il fascismo delle mosche in estate. Come si permettono di venire a pungermi la faccia senza chiedere il permesso? Irrispettose mosche.

  5. Ciao Rotafixa,
    mi spiace per gli insulti gratuiti che stai ricevendo, ma io sono d’accordo con te!

    La tua analisi è giusta e condivido l’idea di un fascismo antropologico che si applica in tutte le realtà moderne in cui una forza pressoché dittatoriale avvelena e permea in tutto l’ecosistema.
    Quello che viviamo è la dittatura dell’automobile, appoggiato dal fascismo stradale: la dittatura è mentale e sociale. Siamo dipendenti da un modo di pensare ed agire “costretto”, che ci fa vivere con paraocchi rendendoci invisibili ed inconcepibili possibili scelte differenti.
    Siamo noi stessi a censurarci e obbligarci che “quella” sia l’unica soluzione, l’unica scelta. Ci è vietato (in realtà è proprio la mentalità del fascismo stradale che ce lo impone) a pensare differentemente dall’utilizzare la macchina come mezzo di spostamento. Siamo costernati, avviliti, terrorizzati se non possiamo fare altrimenti. Odiamo, tutti “gli altri” poiché sono ostacoli al nostro movimento.
    Prendiamo la macchina, l’unico cubicolo dove ci sentiamo noi stessi e finalmente possiamo sfogare tutto il nostro odio e la nostra rabbia, suonando, flashando con i fari, pretendendo che “gli altri” si spostino dalla nostra strada (noi abbiamo sempre la precedenza). Insultiamo, disprezziamo ogni cosa e tutti.
    Un marciapiede diventa un parcheggio, così come un posto per disabili, una fermata per gli autobus, le strisce pedonali, i veicoli parcheggiati correttamente in “prima” fila. Come automobilisti ogni cosa diventa nostra e noi abbiamo diritto ad appropriarcene e sfruttarla a nostro agio.
    Chissene frega dei 30 orari nei centri urbani, il nostro motore soffre a quella velocità!
    Chissene frega se l’autobus ha la precedenza e trasporta 50 persone… io ho fretta ed ho diritto a tagliargli la strada per andare dove io devo andare.
    Chissene frega se il pedone sta per attraversare le strisce pedonali, che si fermi! Io ho fretta!

    Il fascismo non è soltanto (o non più) un movimento politico dei primi anni 20 dello scorso secolo, perché il fascismo in questo senso è morto!
    Il fascismo moderno è il diniego dei diritti civili, politici e sociali.
    Il fascismo moderno è lobotomizzatone autoindotta, è l’auto applicazione di paraocchi.
    Il fascismo moderno è predominazione dell’ IO.

    Purtroppo sono più che convinto che i molti automobilisti che son passati davanti all’incidente di Valentina, vedendo quella bici a terra avranno pensato a qualcosa del tipo “Il solito ciclista senza fari, distratto, che rompe le palle in mezzo alla strada… gli sta bene!”

    Una cosa molto importante hanno in comune il fascismo politico con quello stradale… ed è la perdita di umanità.
    Abbiamo perso il senso del rispetto.
    Abbiamo perso il senso del viaggiare e del muoverci.

    Oramai abbiamo tutti fretta!

    Alex

  6. Ciao Rotafixa,
    mi spiace per gli insulti gratuiti che stai ricevendo, ma io sono d’accordo con te!

    La tua analisi è giusta e condivido l’idea di un fascismo antropologico che si applica in tutte le realtà moderne in cui una forza pressoché dittatoriale avvelena e permea in tutto l’ecosistema.
    Quello che viviamo è la dittatura dell’automobile, appoggiato dal fascismo stradale: la dittatura è mentale e sociale. Siamo dipendenti da un modo di pensare ed agire “costretto”, che ci fa vivere con paraocchi rendendoci invisibili ed inconcepibili possibili scelte differenti.
    Siamo noi stessi a censurarci e obbligarci che “quella” sia l’unica soluzione, l’unica scelta. Ci è vietato (in realtà è proprio la mentalità del fascismo stradale che ce lo impone) a pensare differentemente dall’utilizzare la macchina come mezzo di spostamento. Siamo costernati, avviliti, terrorizzati se non possiamo fare altrimenti. Odiamo, tutti “gli altri” poiché sono ostacoli al nostro movimento.
    Prendiamo la macchina, l’unico cubicolo dove ci sentiamo noi stessi e finalmente possiamo sfogare tutto il nostro odio e la nostra rabbia, suonando, flashando con i fari, pretendendo che “gli altri” si spostino dalla nostra strada (noi abbiamo sempre la precedenza). Insultiamo, disprezziamo ogni cosa e tutti.
    Un marciapiede diventa un parcheggio, così come un posto per disabili, una fermata per gli autobus, le strisce pedonali, i veicoli parcheggiati correttamente in “prima” fila. Come automobilisti ogni cosa diventa nostra e noi abbiamo diritto ad appropriarcene e sfruttarla a nostro agio.
    Chissene frega dei 30 orari nei centri urbani, il nostro motore soffre a quella velocità!
    Chissene frega se l’autobus ha la precedenza e trasporta 50 persone… io ho fretta ed ho diritto a tagliargli la strada per andare dove io devo andare.
    Chissene frega se il pedone sta per attraversare le strisce pedonali, che si fermi! Io ho fretta!

    Il fascismo non è soltanto (o non più) un movimento politico dei primi anni 20 dello scorso secolo, perché il fascismo in questo senso è morto!
    Il fascismo moderno è il diniego dei diritti civili, politici e sociali.
    Il fascismo moderno è lobotomizzatone autoindotta, è l’auto applicazione di paraocchi.
    Il fascismo moderno è predominazione dell’ IO.

    Purtroppo sono più che convinto che i molti automobilisti che son passati davanti all’incidente di Valentina, vedendo quella bici a terra avranno pensato a qualcosa del tipo “Il solito ciclista senza fari, distratto, che rompe le palle in mezzo alla strada… gli sta bene!”

    Una cosa molto importante hanno in comune il fascismo politico con quello stradale… ed è la perdita di umanità.
    Abbiamo perso il senso del rispetto.
    Abbiamo perso il senso del viaggiare e del muoverci.

    Oramai abbiamo tutti fretta!

    Alex

  7. Ciao Rota, ma sai che fa piacere vedere i due sfigati con finto nome multiplo che si accaniscono a emettere la stessa cagata più volte con due parole cambiate (almeno un generatore automatico, sfigati!!!)? Vuol dire che hai colpito dove fa male.
    Poveri, loro sono abituati così: in dieci contro uno, con gas tossici contro capanne di paglia, o ben protetti dentro uno scatolone di latta spetazzante contro carne nuda che passeggia o pedala libera. Doversi fare le proprie ragioni alla pari non rientra tra i loro optional. L’ossido di carbonio non perdona, essi sono già morti. Non resta che appenderli. Ci vediamo il 28!!!! :-*

  8. Ciao Rota, ma sai che fa piacere vedere i due sfigati con finto nome multiplo che si accaniscono a emettere la stessa cagata più volte con due parole cambiate (almeno un generatore automatico, sfigati!!!)? Vuol dire che hai colpito dove fa male.
    Poveri, loro sono abituati così: in dieci contro uno, con gas tossici contro capanne di paglia, o ben protetti dentro uno scatolone di latta spetazzante contro carne nuda che passeggia o pedala libera. Doversi fare le proprie ragioni alla pari non rientra tra i loro optional. L’ossido di carbonio non perdona, essi sono già morti. Non resta che appenderli. Ci vediamo il 28!!!! :-*

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