Bonus bici, l’imprendibile fuggiasco

Altro che Graziano Mesina o Johnny lo Zingaro: il latitante di maggior successo in Italia è il bonus bici. Così lo chiamiamo noi, il governo lo chiama più fumosamente bonus mobilità, perché riguarda anche veicoli elettrici non a 4 ruote e anche l’acquisto di servizi di sharing.

Dall’altro lato invece c’è un altro bonus, che come ogni bravo democristiano è immarcescibile, rusticamente efficace, esente da ogni aspetto legato all’etica, bravamente praticone: il bonus auto. Parliamo per un momento di questo. Lanciato il primo agosto, è stato immediatamente accessibile, il fondi (50 milioni) si sono involati in un amen, rifinanziato con altri 50 e poi, visto l’enorme successo, altri 400 con decreto di agosto. Ci puoi comprare sì le elettriche MA ANCHE diesel e benzina purché di nuova generazione, e persino senza rottamazione. Vai su ecobonus.mise.gov.it e il gioco è fatto, viaggi sul velluto, tutto a portata di mouse o trackpad. Una vita semplice.

Torniamo dal nostro lato del fiume. Non esiste ancora alcun indirizzo web per cominciare a caricare la propria fattura di acquisto bici, e vi ricorderete tutti delle lunghe file davanti ai negozi di bici dall’apertura del confinamento fino al ridosso dell’estate. Fino a sabato 5 settembre nessuno sapeva come poter accedere alla regalìa governativa dello sconto del 60% fino al tetto di 500€ (per le auto endotermiche, si badi bene, circa 3.500€ puliti con rottamazione). Sabato 5 dunque arriva il decreto attuativo, a distanza di 4 mesi dall’annuncio del ministro dell’Ambiente. Lo andiamo a leggere.
Punto primo: il decreto entrerà in vigore dopo 60 giorni dalla pubblicazione, ovvero il 3 novembre. Questo per consentire agli amanuensi digitali dei ministeri di approntare il portale (vi ricordo che quello per l’auto è disponibile su web da subito dopo l’annuncio), che sicuramente presenta delle difficoltà tecniche enormi dovute a misteriose vicende da iniziati. Eppure si tratta (anche) di bici, l’attrezzo per mobilità più semplice della storia umana. Ma io mi fido delle autorità, ci saranno dei motivi.

Questo significa che fino al 3 novembre -apparentemente, m’aspetto altre sorprese- noi non sapremo cosa dovremo fare per avere questo bonus. Aspettiamo con fiducia. Da quel momento, a dispetto di ogni annuncio del bravo ministro Costa, scatterà la corsa, quello che viene chiamato click day: questo perché le richieste saranno evase -e ripeto, lo voglio vedere con gli occhi se lo saranno- in ordine temporale di presentazione, dice il decreto. Quindi ci sarà il click day, fidatevi. Un gigantesco gorgo che, a fare i conti con l’insipienza amministrativa fin qui dimostrata, creerà un imbroglio di matassa che sono proprio curioso di vedere. Così, per scopi socioantropologici.

Non so proprio perché mi intestardisco a osservare quest’ennesima prova di incoscienza delle nostre amministrazioni, visto che il bonus non vale per l’acquisto di pezzi di bici, l’unica cosa che a me servirebbe dato che saldo i miei telai da me, recupero quelli vecchi, trasformo tutto ecc. E’, credo, sempre quel senso di reazione alle ingiustizie che anima tutti noi di sinistra. Oltre a un certo orgoglio animalesco, che non mi consente di lasciar passare indenni le prese per i fondelli. Osservo che si replica amministrativamente esattamente ciò che accade in strada: per le auto tutto facile, per le bici una lotta perenne per restare vivi e potendo interi. In ciò intravedo dolo, ma sicuramente sbaglio, come mi permetto di pensarlo?

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