L’unico incentivo accettabile: dimezzare il parco automobilistico

Ci risiamo con gli incentivi auto. A volte sembra di parlare con degli idioti alla “Don’t look up”. Gli si dice “guarda, vedi questo burrone con in fondo le rocce acuminate?”, ti rispondono “comprati la macchina”. Sta accadendo con il famigerato intervento statale omnibus che dovrebbe attutire la legnata delle bollette, solito fumo negli occhi perché gli stanziamenti coprono un terzo del salatissimo conto che si stima intorno ai 30 miliardi a fine anno. Però “abbiamo stanziato 1 miliardo l’anno per 8 anni per l’automotive”, squittisce Giorgetti in conferenza stampa accanto a Draghi. Ci sono anche 370 milioni cash all’ex Fiat per uno stabilimento a Termoli dove si faranno le batterie delle macchinette elettriche oggetto, e non solo loro ma anche ibride e diesel, di incentivo.

Francamente l’estinzione, almeno di chi vede così la transizione ecologica, appare l’unico strumento per toglierci dalle balle non solo i fossili che estraiamo ma anche quelli che contribuiamo a far nascere nelle mani delle ostetriche. Non si vede una via d’uscita da questo bad trip dell’automobile al centro della vita economica, sociale, persino culturale, del paese subalpino modellato a immagine e somiglianza della stirpe di Ovini che ne costituisce la vera linea di sangue reale. Dal punto di vista del marketing politico hanno fatto un lavoro eccelso, va riconosciuto: disegnare un intero paese intorno al feticcio auto non è impresa evidente, anzi resterà nella storia, ma dalla parte appunto degli esempi peggiori.

Eppure il conto della serva è facile e lo sbattiamo continuamente sotto gli occhi di tutti: a Torino ci sono 660 auto ogni mille abitanti, a Roma 623, a Bologna 607, Milano 558, Firenze 521. A Madrid sono 480, Barcellona 410, Londra 360, Amsterdam 257, Parigi 250. La gemellata di Roma ha dunque meno della metà di auto della sorella italiana. E qui si parla di abitanti, non di soli maggiorenni: ci sono più macchine che patenti, in questo dannatissimo paese.

E allora: dato per scontato che questi 8 miliardi verranno erogati, cascasse il mondo come sembra che stia avvenendo, e cascasse pure il meteorite, allora facciamo così -ragazzi, è proprio vero che moriremo democristiani, almeno io-: ti incentivo pesantemente la vetturetta nuova da greenwashing salottiero ma tu sei obbligato a buttarne due in discarica, che si occuperà di recuperare i preziosi materiali malamente utilizzati per la costruzione di un oggetto dannoso e mortale sotto ogni punto di vista. Un documento che abbozza una linea del genere sta per essere messo a punto dalla lunga lista di associazioni e movimenti per la mobilità attiva di cui ogni tanto parlo. Un soggetto, va detto, che si deve scontrare quotidianamente con le ovvie reazioni dei fossili umani di cui sopra: essenzialmente “e i lavoratori che fine faranno”, con il corollario della contumelia “zitto tu, ecologista pauperista fricchettone”. Io mi limito a ricordare che una volta esistevano i maniscalchi e che oggi non ci sono più, malgrado la popolazione sia aumentata e goda di una vita più lunga di quella dell’epoca delle carrozze. Sulla contumelia agli ecologisti non mi esprimo. La povera Greta ne ha subite di peggio da questi dinosauri che le si sono inginocchiati davanti, ma per mangiarsela meglio.

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