In una città che registra un morto ammazzato in strada ogni due giorni in media le istituzioni dovrebbero affrettarsi a mettere mano alla strage perché sia evitata. Questo in una situazione non dico ideale ma solo banalmente normale. Però io sono a Roma e la capitale d’Italia, tanto quanto il paese, normale non è e ideale solo nei sogni dei Puffi. La settimana qui abbiamo assistito, non so dire se attoniti o rassegnati, a una delle votazioni più folli che si ricordino. L’aula consiliare del Comune, dedicata a Giulio Cesare, ha votato all’unanimità la richiesta di regolamentare le aree dove si svolgono i raduni di tuning, ovvero la pratica di modificare sotto ogni aspetto -estetico e meccanico- le automobili. Ne avrete viste anche voi nelle vostre città: il fenomeno è diffuso da sempre, ve ne accorgete quando sentite quel rombo rabbioso di occasionali sgasate quando la strada è libera, proveniente da vetture spesso ribassate, coi vetri oscurati, aspetto minaccioso e spesso un tump-tump dello stereo che privilegia le frequenze basse tanto che sembra di vedere i vetri gonfiarsi a tempo. Personalmente attribuisco questa pratica a una connessione diretta tra encefalo e inguine con una netta prevalenza di quest’ultimo sul primo, ma tant’è, i gusti son gusti. Solo che spesso si tratta di pratiche illegali, e legalizzate solo dopo ampio ricorso a nuove omologazioni, non vorrei dire sottobanco ma insomma.
Succede quindi che nella capitale questa pratica porti a ritrovi di appassionati, generalmente di notte e su strade ampie. Le strade ampie servono a questi stonati per organizzare gare clandestine, pienamente illegali e non sanabili da alcun ricorso a nuove omologazioni. Una volta si vedevano al Gianicolo, poi sono espatriati all’Eur, pare che ultimamente di vedano a Roma Sud all’Anagnina, in mezzo a vari centri commerciali.
Anche se si tratta di zone un po’ defilate, tuttavia ci abita della gente e le proteste sono ovviamente molte, nei quartieri dormitorio che almeno si dorma. Da qui l’idea (di Fratelli d’Italia del VII municipio): “troviamo una zona dove farli radunare, e se ne incarichi la giunta Gualtieri con un regolamento”. Capite bene: invece di organizzare retate di questi figuri gli eletti pensano di regolamentare “il fenomeno”, così hanno scritto.
La proposta arriva in aula Giulio Cesare e viene votata da tutti, 30 su 30. Solo cinque consiglieri hanno lasciato l’aula prima della votazione, che così è arrivata all’unanimità.
Questa unanimità è sorprendente visto sia la provenienza (opposizione) sia l’argomento, che proprio illibato non è. Mi appare meno sorprendente quando ripenso a una notizia recente: la Corte d’appello ha reso noti i finanziatori delle campagne elettorali sia di Gualtieri, ora sindaco, sia del concorrente Michetti (FdI, ora evaporato): una grande azienda di pratiche auto ha versato 45.000€ al primo e 20.000€ al secondo. Cifre iperboliche, se si pensa che le cliniche romane hanno dato solo 20.000€ alla campagna dell’attuale sindaco. Sbaglierò ma mi sembra un investimento remunerativo e in appena 6 mesi di consiliatura.
Nel frattempo in strada si continua a morire investiti dal traffico motorizzato. Alla prossima campagna elettorale proporrò un crowdfunding.