E se il World Bicycle Day diventasse la vera parata per la Festa della Repubblica?

Non ho mai capito, fin da ragazzino, perché la Festa della Repubblica italiana venga celebrata con una parata militare. Si celebra il 2 giugno, che nel 1946 con referendum popolare chiuse in Italia il triste capitolo finale della monarchia. Non vedo cosa c’entrino aerei da guerra che lasciano scie di fumo tricolorato, truppe di vario tipo che mostrano quanto siano forti e disciplinate, retorica e saluti che possono indurre anche tra i più consapevoli a vedere questo show come una manifestazione del fascismo interiore che permea ogni manifestazione di marzialità (basta osservare le foto ufficiali dei nuovi governanti, sempre col mento proteso e lo sguardo fiero e in alto: gli porta bene alle urne? buon per loro, male per tutti).

Questo è forse il periodo storico peggiore per continuare a indicare le storture della retorica militarista nella vita concreta di tutti i giorni, con la guerra russa all’Ucraina che permea le paure dei contemporanei e che non facilita minimamente le voci che, in sintesi, dicono “disgraziati, ma che state facendo?”. Persino il Papa viene spernacchiato quando si azzarda a dirlo. E quindi mi sembra il momento ideale per mettere in campo iniziative che mostrino bene quanto questa retorica e manifestazione di scimmiesca muscolarità sia malata, pericolosa per la pace, pericolosa in sé e anche piuttosto grottesca.

Per uno strano caso del destino l’Onu, nel 2018, ha individuato nel 3 giugno il World Bicycle Day, occasione che in questo giugno diverse realtà associative hanno trasformato la data simbolica in una manifestazione reale lungo l’Appia Antica. Mentre partecipavo alla giornata ho pensato spesso alla differenza abissale che c’era tra il 2 giugno militaresco lungo via dei Fori Imperiali (creata, ricordiamolo, da Mussolini proprio per scopi simili) e la piccola gazzarra colorata che abbiamo fatto noi, persino con un improvvisato picnic lungo i sampietrini ancora oggi percorsi incessantemente dalle 4 ruote. Perché non farne ogni anno una parata alternativa a quella in mimetica e festeggiare la Repubblica? In fin dei conti la forma repubblicana è dovuta al disgusto per gli anni di guerra e dolore che il fascismo ci ha portato in dote, festeggiarla con il mezzo pacifico per eccellenza dovrebbe essere la normalità. Nelle motivazioni per il World Bicycle Day l’Assemblea Onu scrive chiaramente che si celebra la bicicletta come “mezzo per promuovere lo sviluppo sostenibile, rafforzare l’educazione, compresa l’educazione fisica, per bambini e giovani, promuovere la salute, prevenire le malattie, promuovere la tolleranza, la comprensione e il rispetto reciproci e facilitare l’inclusione sociale e una cultura di pace”. Direi che ci siamo in pieno.

Oltretutto il prossimo 2 giugno è una domenica e festeggiare in bici -in contemporanea agli unòduè – con il fruscio leggero delle ruote sottili potrebbe essere interessante e fortemente simbolico. Abbiamo un anno per prepararlo.

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