Un giorno in questura

Ovvero della  manifestazione del 28 aprile 2012 a Roma per avere città ciclabili davvero.
Dico subito la fine: non me ne frega niente delle autorizzazioni a manifestare. Ci ho provato, mi hanno detto un no cretino, quindi ora si entra in scontro. E ben venga, a me i maestrini che dicono “perché no” fanno solo salire il veleno da sempre e so per esperienza mia che è un veleno sano, giusto: sacro.
Manifesteremo comunque, il 28 aprile 2012, per avere città serene e la libertà di muoverci in bicicletta senza essere uccisi dalle bestie in macchina che nessuno e niente ferma, se non un cambiamento culturale sentito fortemente.

Vi parlo come una delle anime che portano avanti #salvaiciclisti.  Sono andato alla questura di via Genova (l’indirizzo vero è questo: Via di San Vitale, 15 00184 Roma , telefono 06 46861) per chiedere il nulla osta alla manifestazione o meglio: all’insorgenza civile che vogliamo portare il 28 aprile 2012 a Roma, a via dei Fori imperiali, dove diremo a tutta Italia che è ora di smetterla con le macchine che ci ammazzano tutti: non solo i ciclisti urbani.
La sala dove entro è già piena di gente. C’ero già stato prima.
Mai vista la fila per chiedere il nulla osta a protestare.
Entra uno che si definisce vicecapo di gabinetto.
Aspetto il mio turno. Tricchettracche con gli altri.
Arriva il mio turno. Dico: “si tratta di una manifestastione statica, un sit in, a via dei Fori Imperiali, vogliamo città sicure per chi si muove in bicicletta. Sarà in bici, saremo migliaia”.
Dice subito no. “Sono vietate le manifestazioni a bordo dei mezzi di trasporto” Come? “Sono vietate, non  mi ha sentito?”. E come, dove sono vietate? “E’ il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che lo vieta” Ma scusi, che articolo è? “Non le interessa, glielo dico io” No, mi dica che articolo. “Articolo 18 del Tulps”: E che dice?
Il tipo mostra fastidio.  “Lo so io che dice”, afferma costui.
Vabbe’, è uno della questura, magari non è flessibile. La cambio un po’: noi non andiamo a bordo, ce le portiamo a mano. “Non è possibile lo stesso”.
Battibecco sui termini di un paio di minuti scarsi su bordo e non bordo, e vi assicuro che non ho citato Schettino anche se mi scappava; poi me ne vado con una frustrazione addosso notevole: tutto a voce, niente di scritto. Non posso dimostrare niente.

In seguito cerco sul web l’articolo in questione: non esiste in nessuna parte il divieto citato da questo vicecapodigabinetto, peraltro irritato dal mio sguardo (ne sono certo, conosco le scimmie umane).
Che sia stato il mio sguardo a rovinare tutto?
Forse ha ragione lui: non bisogna essere orgogliosi di protestare, anche in forme inedite, non bisogna rispondere all'”ancora? ebbasta!” dicendo che si insiste perché c’è gente che ci crede, che si manifesta per una cosa che si sente e che questa cosa, sentire la necessità di protestare, non solo è importante: qui dove vivo, ancora, è un diritto superiore ai regolamenti di polizia, citati peraltro a cazzo di cane nel caso che racconto qui. E manifesteremo comunque, dicevo all’inizio.

O no? :

Art. 17.

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

 

5 pensieri su “Un giorno in questura

  1. Rota, quello non dovrebbe essere l’art 17 ma l’art 18. Era l’argomento dell’art 17 nel testo unico del ’26. Non sono un esperto, leggo solo il testo su internet (introvabile ovviamente sul sito del ministero dell’interno o su normattiva…

    Inoltre, il tuo testo (ovviamente inventato) si contraddice, a meno che “luogo aperto al pubblico” e “luogo pubblico” non abbiamo mai realizzazioni concrete in comune…

    Giuliano

  2. Rota, quello non dovrebbe essere l’art 17 ma l’art 18. Era l’argomento dell’art 17 nel testo unico del ’26. Non sono un esperto, leggo solo il testo su internet (introvabile ovviamente sul sito del ministero dell’interno o su normattiva…

    Inoltre, il tuo testo (ovviamente inventato) si contraddice, a meno che “luogo aperto al pubblico” e “luogo pubblico” non abbiamo mai realizzazioni concrete in comune…

    Giuliano

  3.  rota nn te la prendere, domani ci andrà qlcn che marca meglio:)) magari una associazione a chiedere per iscritto con termini più appropriati il nulla osta.. è un sit in!   ognuno viene coi suoi mezzi, a piedi, in treno…

  4.  rota nn te la prendere, domani ci andrà qlcn che marca meglio:)) magari una associazione a chiedere per iscritto con termini più appropriati il nulla osta.. è un sit in!   ognuno viene coi suoi mezzi, a piedi, in treno…

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