Oggi è un anno che non mi occupo più della ciclabilità per il comune di Roma. Naturalmente continuo a lavorare per la ciclabilità in Italia e a Roma da, all’incirca, il 2002.
Oggi comunque è un giorno discretamente importante per me.
Ho avuto l’opportunità di vedere da vicino l’epicentro del disastro, il motore immobile dell’immobilità amministrativa.
L’occasione è stata data dalla chiamata di Virginia Raggi, il 24 giugno 2016, a mia totale insaputa e mentre stavo cercando di avere con la nuova sindaca una serie di impegni per la ciclabilità.
Capita quindi questa cosa. Vorrei tralasciare i mesi successivi, che possono essere blandamente percorsi sulla mia pagina Fb, per chi ha interesse.
E’ stato un viaggio lontanissimo dal mio pianeta. Non sono mai stato così lontano da casa mia, ovvero dalla realtà che conosciamo tutti. (sottolineo che, oltre a un giro del mondo, annovero anche un viaggio in Nuova Zelanda, il posto agli antipodi dell’Italia, niente è più fisicamente lontano).
Mi sentivo un alieno, sbarcato su un mondo che poteva essere immaginato ma non ancora conosciuto. E’ stato affascinante sbarcare su un altro mondo, dove l’insidia non mette in pericolo la tua incolumità fisica ma distorce le tue percezioni. Per esempio l’idioma è identico a quello che parliamo tutti, tranne voci gergali proprie di quella cultura, ma il significato sfugge alla presa, si fa rarefatto e sguscia, s’allontana, torna diverso ma con le stesse identiche parole, s’inabissa e sboccia fragoroso in un grande boh.
L’ultimo giorno di incarico (stupidamente definito “responsabile della ciclabilità” da me e poi da tutti) accadono per esempio due episodi, scollegati ma in sequenza, che definire nel dettaglio forse annoia, ma a loro modo stupefacenti: un autoboicottaggio del piano di liberazione dell’Appia Antica da parte dello stesso organismo che l’aveva avallato, e un tentativo di intralciare, a procedimento ormai chiuso, la realizzazione della ciclabile Nomentana da parte di chi aveva espresso piacere nel vedersela realizzare.
Il paradigmatico Tafazzi, personaggio ormai antico ma entrato nel lessico e nell’immaginario, è uno dei trecento spartani delle Termopili in confronto.
Ed eccomi qui, a fare come sempre tentativi per la rivoluzione più bella del mondo e in più vivendo pienamente il mio tempo, con calma, allegria e una cretinissima fiducia nel futuro. Che io sappia nella nostra specie la logica presto o tardi vince sui cretinismi del presente. A me piacerebbe presto. Come sapete ho tentato. Per ora non ci sono riuscito, ma si dànno e si prendono.
Ottimo anniversario.
A mio parere dovresti rifare un telaio, una “cosa tua” che piaccia a tutti quelli che vanno in bici.
M!!!
e adesso che c’entra?
C’entra, per te e per tutti noi.
Hai lottato contro una delle fatiche sovraumane, anche nel film di Asterix e le 12 fatiche è contemplata la burocrazia romana.
Per questo penso tu debba rilassarti e donarci la vista di qualcosa di più bello.
Questi sonno vecchi dentro, non vogliono cambiare.
M!!!
Michelangelo sei un grande! Rotafixa, calma e allegria!