Elezioni, boicottare chi non vuole una mobilità nuova

Breve cronaca.
Undici mesi fa nasceva la campagna #salvaiciclisti.
I momenti fondamentali sono stati tre:
– un coinvolgimento sempre maggiore, e collettivo, durato due mesi e 20 giorni, un’esplosione di coscienza;
– il cui culmine è stato il 28 aprile a Roma, giorno e luogo della più partecipata manifestazione per la ciclabilità della storia (non esagero);
– sull’onda enorme creata, i due giorni degli Stati generali della bicicletta, Reggio Emilia, 5-6 ottobre 2012. Il cui esito è il Libro Rosso per cambiare la mobilità italiana, anche e soprattutto attraverso l’interazione bici e mezzo pubblico. Incrementare al massimo i trasporti pubblici per sottrarre automobili e creare ciclabilità: questa la strategia.

Negli ultimi mesi abbiamo provato a risvegliare chi si propone di amministrare città e paese, proponendo loro l’adozione del Libro Rosso. Finora (8 gennaio 2013) hanno risposto positivamente, in ordine di tempo:
– Radicali italiani
– Ecologisti e civici
– in prima persona Sandro Medici, candidato sindaco per Roma.

Nessun altro ha detto “sì, lo facciamo nostro”. Eppure abbiamo proposto a tutti (tranne la feccia nera, ovvio) di adottare quel libro. Menzioni speciali al M5S, che ci ha praticamente estorto una partecipazione a una riunione sul tema e che dopo questa è scomparso senza ulteriori interventi (era successo già prima del 28/4, tra l’altro) e a Patrizia Prestipino (Pd).

Chi ci segue sa che non lasciamo mai la presa e che continuiamo sempre a proporre, in tutti i modi che ci vengono in mente e per le mani, l’argomento “ciclabilità”. L’impegno dell’informe ma tosta nebulosa chiamata #salvaiciclisti va ben al di là del volontariato, credetemi.

Una mia valutazione: questo paese non ha intenzione di cambiare. Il suo pesante deretano (e non parlo del pedalare, ma almeno di capire che vive malissimo) lo consiglia per il peggio: niente cambi, purché a parole si dica di voler cambiare.
Noi proponiamo città che possano essere ciclabili, perché siano finalmente serene.
Non possiamo più vedere Roma ridotta allo straccio che è. Non possiamo più sentire i grugniti di un’amministrazione non solo fallita ma anche collusa col peggio, e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Ma non possiamo pensare, inoltre, che chi si propone come nuovo non capisca che l’argomento mobilità deve essere affrontato con decisione, e senza timidezze o ritrosie.
Abbiamo dato tutto il possibile: strumenti e portatori di cultura. I nostri argomenti vengono ancora scansati. Fanno paura. Vengono tacciati di estremismo, quando in realtà si tratta di semplice copiatura di quanto già fatto da molti altri paesi in Europa, e da anni.

Suggerisco una linea politica: essere OSTILI a chiunque, proponendosi amministratore, non metta ai primi posti, se non al primo, il radicale cambiamento della mobilità di Roma, portando questa città nella modernità vera. Fare campagna contro. Sottrarre consenso. Il più possibile. Boicottare chi non prende posizione chiaramente. Capiscono solo questo, non sanno vedere oltre questo.

 

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