Un’amica mia è diventata sindaco di Roma

Lei ha un nickname, Bicisnob. La conosciamo tutti così: è una tipa tosta, spinge forte sui pedali ma non ha le gambe a tronchetto, usa solo bici a ruota fissa senza freni, sa fare tutto con la bici.
E’ davvero brava in tutto, tranne che in cucina (un po’ maldestra); nata da genitori inglesi ma a Roma da sempre. Ha assorbito la natura profonda di Roma,  quello che i pischelli di oggi definiscono “scialla”: ha 26 anni fatti da poco [se mi legge, e mi leggerà mannaggiammé] e a volte sbraca pesante, però è davvero seria.

Lei ha fatto questo sogno, che ora vi spiffero:

“Ho sognato che ero sindaco di Roma. La prima seduta di giunta approvavo la delibera per la totale e definitiva chiusura al traffico dell’area all’interno della fascia verde. Subito dopo, in un’affollata conferenza stampa, decine di giornalisti mi domandavano tutti la stessa cosa: “Sindaco, ma si rende conto delle ripercussioni sulla mobilità dei romani? Lei sta paralizzando una città? Lei sta togliendo alle persone il diritto a usare l’automobile”. E io, finalmente, potevo argomentare il motivo di tale scelta e rispondere con un lungo quanto articolato intervento: “E STI CAZZI”.

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