Un giorno in questura #4

Lo so che nessuna persona normale può crederci ma oggi 5 aprile 2012, a distanza dal mio primo ingresso in questura a Roma per il nulla osta alla manifestazione #salvaiciclisti, il 6 marzo 2012, sono uscito dalla medesima questura (dopo essere stato chiamato al telefono per “ritirare il preavviso”) con un foglio di carta scritto da me e in cui l’unica traccia di passaggio dall’ufficio pubblico chiamato questura è quello che vi faccio vedere sotto.

Si tratta di una sigla, vergata a mano dall’ufficio che dopo un mese scarso ha accettato il preavviso di manifestazione, cosa che poteva essere fatta esattamente il 6 marzo 2012. Altro non c’è. Se non mi credete vi faccio vedere un estratto dell’intero foglio A4 gentilmente fornitomi dalla questura, dove ho scritto di mio pugno di che si tratta (dopo averlo spiegato #3 volte a voce), ma sotto dettatura per le cose di forma che piacciono tanto agli uffici pubblici (tranne poi rifiutarsi di mettere timbro o protocollo, che piacciono ugualmente tanto agli uffici pubblici ma non a questo):

la foto è opportunamente tagliata e resa illegibile per evitare che si vedano i miei dati. Ma potete vedere ove sia collocata l’unica traccia scritta del mio passaggio in questura romana.
Naturalmente sono in seguito entrato poco diplomaticamente dentro  la stanza dell’appositofunzionarioditurno, che gentilmente ha rifiutato per ben tre volte, persino dopo che il gallo aveva cantato e alla presenza di un testimone, di apporre alcunché di repubblicano italiano, anche un solo schifo di timbro lercio, alla cartaccia che qualsiasi giudice mi rifiuterebbe sghignazzando in caso di problemi.
Bene, vi devo raccontare il seguito, ovvero com’è successo che dopo alcune insistenze e casi fortuiti di varia natura sono andato a parlare con il capo di gabinetto del sindaco di Roma.
Mi consentirete di parlarvene un’altra volta: la cosa assume aspetti grotteschi e molto particolari, e siccome oggi ho molto sofferto l’anormalità del luogo in cui vivo vorrei che la vostra eventuale curiosità rimanesse così: un po’ appesa e incerta, come siamo appesi noi #salvaiciclisti da un mese il 6 aprile 2012 per manifestare a Roma l’esigenza di una comunità estesa di vivere ciò che in paesi europei meno indegni del nostro è realtà già da decenni.
Sappiate comunque che la manifestazione è ok per il ministero dell’Interno. Ora tocca al comune di Roma. Secondo me quelli del comune stanno tenendoci sulla corda per calarci dall’alto il loro “sì”, acché noi si sia più morbidi. E sempre secondo me non hanno capito un cazzo e stanno solo ottenendo di dare la stura a un vespaio sempre più incarognito.

Alla prossima puntata, che sarà “Un giorno in comune #1”, stimando di passarne almeno un altro (o due) e continuare così la saga del riconoscimento di un diritto scritto nell’articolo 17 della Costituzione lungamente pensata da coloro che stimo miei padri ideali, così come spero che anche voi sentiate.

Il 28 aprile 2012 tutti a Roma a via dei Fori Imperiali dalle 15. A questo punto è sempre più necessario, e non solo per la ciclabilità di questo paesucolo ma anche per contribuire, da parte nostra e con le nostre ragioni, a farlo diventare un paese finalmente decente.

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