Tutti noi romani conosciamo bene via Nomentana: è una delle arterie più importanti di Roma, ogni romano in grado di spostarsi c’è passato. Vale però la pena di ricordarne le caratteristiche: da porta Pia a piazza Sempione sono 4,6 km. E’ il percorso interessato dalla ciclabile (che ora, in realtà, si ferma a via Valdarno. Ma vabbe’).
Ebbene, tecnici del comune, con l’avallo finale di Improta -di cui riporterò a breve le parole- sono riusciti a distruggere la linea retta della ciclabile con 87 (ottantasette) attraversamenti della sede stradale, obbligatori per le bici. Una follia, a firma del primo nome che ho citato sopra, Pierfrancesco Canali, che naturalmente si nasconde dietro l’essere un tecnico (mi scusino i tecnici veri per l’uso abusivo del termine in questo caso): la responsabilità è politica. E dunque ecco Improta.E che dice Improta? Voilà: “Sulla pista ciclabile Nomentana c’è una conferenza dei servizi convocata per fine mese per il varo del progetto. Ma probabilmente ci saranno altre piste prima”, ha osservato durante la conferenza stampa di presentazione del Piano. Ottantasette attraversamenti in quattro chilometri?, gli chiedono i giornalisti. “Questa è l’unica soluzione progettuale per avere una pista su quell’asse stradale. La proposta tecnica è valida e sostenibile da punto di vista trasportistico ed economico. Costerà qualche centinaio di migliaio di euro. Potrebbe essere pronta entro l’anno”.Eccola, la truffa. molteplice. Un assessore, ex Alitalia che vola così alto da essere probabilmente in stato di anossia perenne, che risponde una castroneria del genere o non ha visto proprio il progetto, o non capisce un’acca della moderna ciclabilità (scorrimento continuo il più possibile diretto), o intende avallare lo sfruttamento dei fondi comunitari per la ciclabilità sprecando risorse in questo folle modo per finalità che, francamente, mi sfuggono ma di cui spero venga politicamente chiamato a rispondere. Propendo per il terzo caso.
Mi astengo sulla valutazione della giunta Marino e lo faccio sia per carità sia per non autofomentarmi fino all’infarto. Voglio però sottolineare che l’assurdità degli 87 attraversamenti sia dovuta alla volontà progettuale di non disturbare l’attuale stato delle cose, addossando ai ciclisti l’obbligo di percorrere una ciclabile di fatto inutile e inutilizzabile.
Qui di seguito una cronistoria del progetto della ciclabile Nomentana, di cui ringrazio l’animatore del gruppo “Ciclabile Nomentana Subito” Guido Fontani, laddove il subito ha la caratteristica tutta italiana di iniziare qualche decennio prima, come reso evidente dalla sottostante cronistoria: a voi la valutazione e il retrogusto di beffa. Stimolo i gruppi organizzati di ciclisti romani a denunciare l’oscenità di questa progettazione, allontanare il progettista destinandolo ai censimento dei gabbiani a Malagrotta e censurare pubblicamente un assessore (organo politico) che riesce a dire una simile scemenza.
– 1990 il sindaco Carraro annuncia l’unilinea bus e pista ciclabile sulla Nomentana: